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Necrosi della testa del femore

Per necrosi si intende la morte della cellula (in questo caso specifico le cellule ossee della testa del femore) e deriva dalla mancanza di irrorazione ematica di quel distretto corporeo. 

 

È una patologia frequente?

 

L’incidenza della necrosi avascolare della testa del femore non risulta nota, colpisce più frequentemente i pazienti di genere maschile di età compresa fra i 30 e i 50 anni.

 

Cosa succede all’articolazione affetta da necrosi della testa del femore?

 

La testa del femore va in contro ad un sovvertimento strutturale che sotto il peso del corpo negli stadi più avanzati termina in un vero e proprio collasso della testa, che si deforma e perde totalmente la propria sfericità e congruenza articolare.

 

Quali sono le cause della necrosi della testa del femore?

 

Tra le cause più frequenti vi sono pregressi traumatismi dell’anca, lussazioni, fratture acetabolari, prolungate terapie con cortisone o derivati, l’anemia falciforme, alcolismo, patologie della coagulazione, gotta, dislipidemie, malattia dei Cassoni e patologie metaboliche da accumulo (come la malattia di Gaucher).

 

Quali sono i sintomi della necrosi della testa del femore?

 

Il sintomo principale è il dolore inguinale, coxalgia, che può irradiarsi alla coscia fino al ginocchio. La limitazione funzionale nei movimenti dell’anca viene percepita dal paziente come difficoltà nel piegarsi per raggiungere i piedi (per mettersi le scarpe, allacciarle o mettersi le calze).  In seguito alla perdita di sfericità della testa l’arto affetto può accorciarsi rispetto al controlaterale, determinando una dismetria.

 

Quali sono gli esami che permettono di diagnosticare la necrosi della testa del femore?

 

Per fare una corretta diagnosi della patologia tre sono gli elementi necessari:

- la sintomatologia clinica caratteristica (dolore, limitazione funzionale, dismetria);

- la Radiografia dell’anca che permette di valutare il grado di sovvertimento strutturale e la deformità della testa femorale;

- la Risonanza Magnetica che permette di identificare anche i quadri precoci di sofferenza della testa femorale ancora non deformata non visibili alla Radiografia.

L’insieme di questi tre elementi permette allo specialista di quantificare il danno alla testa rapportandosi alla classificazione di Ficat che suddivide la necrosi in 5 stadi:

Grado I (definita “silent hip”) in cui il paziente risulta asintomatico, la Rx è negativa, ma alla Risonanza iniziano a comparire le prime alterazioni di segnale a livello della parte supero-laterale della testa femorale.

Grado II in cui il paziente è sintomatico  e già alla Rx compaiono aree di rimodellamento osseo.

Grado III in cui alla Rx compare una vera e propria frattura sottocondrale tipica definita “crescent sign”.

Grado IV in cui alla RX si evidenzia una deformità in toto della testa femorale che perde la sua sfericità, ma la rima articolare risulta conservata e non affetta da alterazione.

Grado V in cui la deformità della testa è così avanzata da coinvolgere l’acetabolo e determinare una precoce artrosi dell’anca.

 

Come viene trattata la necrosi asettica della testa del femore?

 

Il trattamento è differente nei diversi gradi di evoluzione della patologia. Se per il grado I e II il trattamento di scelta è quello conservativo, mediante riduzione del carico sull’arto affetto, terapie fisiche (magnetoterapie, onde d’urto), e farmaci che stimolano la deposizione di calcio nelle ossa, dal grado III il trattamento chirurgico risulta molto spesso necessario con interventi conservativi quali microprforazioni della testa eventualmente associati ad innesti biologici al fine di stimolare la rivascolarizzazione del frammento necrotico della testa femorale, oppure osteotomie correttive per modificare l’asse di carico dell’arto inferiore, riducendo il carico sul segmento affetto.

Nel grado V in cui vi è un’artrosi dell’anca secondaria alla severa deformità della testa femorale l’intervento chirurgico indicato è la protesi dell’anca.

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