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Protesi d´anca

L’intervento chirurgico di protesi d’anca prevede la sostituzione dell’articolazione nativa dell’anca con un impianto protesico. Procedura chirurgica ideata da Sir. John Charnley nel 1962, per i suoi ottimi risultati in termini di miglioramento della qualità della vita del paziente fu definita dalla rivista Lancet come “l’intervento del secolo”.  

 

Quando è indicata la protesi d’anca?

 

La protesi d’anca è indicata nei pazienti che presentano un grado avanzato di artrosi dell’anca (definita coxartrosi). Il processo degenerativo artrosico porta ad un sovvertimento della normale articolazione dell’anca. La riduzione dello spessore della cartilagine che ne consegue può portare al “contatto osso-con-osso” del femore con il bacino. Il contatto può progredire fino ad una vera e propria fusione dell’articolazione. 

 

Quale sono i sintomi dell’artrosi dell’anca?

 

Il sintomo principale è il dolore, che si accentua con le attività (camminata, salire e scendere le scale) e può esacerbarsi anche nelle ore notturne. La limitazione funzionale nei movimenti dell’anca viene percepita dal paziente come difficoltà nel piegarsi per raggiungere i piedi (per mettersi le scarpe, allacciarle o mettersi le calze). Negli stadi più avanzati della patologia si può riscontrare un accorciamento dell’arto affetto (dismetria), che può portare alla perdita di stabilità ed equilibrio durante la marcia.

 

Come è fatta una protesi d’anca?

 

La protesi totale dell’anca è costituita da una parte che viene impiantata nel femore (stelo femorale), una parte nel bacino (cotile) e uno snodo giunzionale costituito da una testina e un inserto sferici. Le protesi d’anca possono essere cementate, nelle quali si utilizza il cemento per fissare l’impianto all’osso, oppure non cementate nelle quali le componenti protesiche si integrano con l’osso del paziente mediante superfici porose che favoriscono l’osteo-integrazione. Anche i materiali utilizzati per lo snodo giunzionale posso essere molteplici con diverse tipologie di accoppiamenti (ceramica, polietilene, metallo).

 

Quali esami sono necessari per fare diagnosi di artrosi dell’anca?

 

L’esame diagnostico principale è la radiografia sotto carico. Per valutare il grado dell’artrosi la lastra va eseguita in piedi (sotto carico), solo in questo modo è possibile quantificare la riduzione della rima articolare. Le radiografie eseguite non sotto carico (eseguite da sdraiati), non risultano pertanto utili nel valutare e definire il grado di artrosi e dunque nel porre indicazione all’intervento chirurgico. Per ogni paziente viene eseguito un planning preoperatorio personalizzato sul caso clinico del singolo paziente. Pertanto il Medico Curante nel sospetto di questa patologia potrà prescrivere l’esame radiologico mediante impegnativa recante tale dicitura “RX BACINO E ARTICOLAZIONI SACROILIACHE SOTTO CARICO” – “RX ANCA DX/SX”.

 

L’intervento chirurgico di protesi d’anca necessita di una preparazione da parte del paziente?

 

Prima dell’intervento vanno eseguiti esami del sangue, elettrocardiogramma, lastra del torace e valutazione anestesiologica preoperatoria. Inoltre il paziente necessita di un iter preparatorio per l’intervento di protesi d’anca che viene dettagliatamente illustrato nella scheda scaricabile QUI a cui si rimanda per maggiori dettagli.

 

Quanto dura l’intervento chirurgico?

 

La durata dell’intervento chirurgico varia d a 1 a 2 ore a seconda della tipologia di protesi che viene impiantata e dal quadro clinico del paziente. Per ogni intervento chirurgico di protesi d’anca viene eseguito un planning preoperatorio personalizzato sulla lastra del paziente.

 

Quanto si rimane ricoverati dopo l’intervento chirurgico?

 

La durata media del ricovero è di circa 7 giorni.

 

Quando viene iniziata la fisioterapia post-operatoria?

 

La fisioterapia post-operatoria viene iniziata subito dopo l’intervento chirurgico quando il paziente rientra nella stanza, dapprima si eseguono esercizi mirati alla mobilizzazione attiva e passiva dell’anca operata distesi a letto senza carico, poi gradualmente il paziente viene posizionato seduto a bordo del letto dove esegue esercizi specifici e in seguito si esegue la rieducazione posturale con ripresa del cammino. Durante il ricovero viene insegnato al paziente a salire e scendere le scale. Per la fisioterapia post-operatoria si rimanda a scheda dedicata. 

 

Quando vanno rimossi i punti di sutura?

 

Il paziente deve prestare attenzione all’igiene della propria medicazione post-operatoria, non bisogna bagnarla, rimuoverla o sostituirla, tutte queste manovre espongono il paziente al rischio di contrarre un’infezione della protesi. I punti di sutura possono essere rimossi dopo 14-21 giorni dall’intervento chirurgico.

 

Quali sono le complicanze dell’intervento chirurgico di protesi d’anca?

 

L’intervento di protesi d’anca ha un elevato tasso di soddisfazione nel paziente, tuttavia non è scevro da complicanze, che possono essere precoci o tardive. Tra le più frequenti troviamo la trombosi venosa dell’arto operato, anemizzazione post-operatoria, rigidità, l’instabilità la mobilizzazione e l’infezione della protesi.

 

Quanto dura una protesi d’anca?

 

La ricerca e l’innovazione continua nei materiali delle componenti delle protesi hanno portato ad una durata stimata dai registri internazionali in media di 15-20 anni.

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